Prima tornata di Copa, chi manca all'appello?© foto di Andrea Colacione La “Copa America ” complessivamente ha sin qui deluso e su questo punto siamo tutti d’accordo ma siamo ancora all’inizio e molte squadre sono in fase di carburazione. C’è ancora molto da vedere in un torneo che però sin qui ci ha già spedito qualche messaggio: in primis che regna un sostanziale equilibrio e poi che dobbiamo stare attenti alle sorprese, perché il gioco del calcio si è molto livellato (a mio avviso verso il basso) ed il continente sudamericano non fa eccezione. Oggi vi proporrò un’analisi dettagliata su ciò che abbiamo visto finora (il meglio ed il peggio) e su ciò che avremmo potuto vedere ma che per molteplici ragioni non vedremo, in attesa dello scoppiettante e quanto mai incerto match di stanotte tra Argentina e Colombia. Al gran ballo del debutto hanno deluso soprattutto Argentina e Brasile che non hanno indossato l’abito da sera, steccando sia nel gioco che nel risultato, contro avversari che sulla carta erano abbordabili. L’albiceleste ha dimostrato di avere problemi a centrocampo, soprattutto nella costruzione del gioco ed una difesa tutt’altro che sicura, mentre la Seleçào ha messo in mostra, si fa per dire il peggior Ganso di sempre ed ha peccato di lucidità e concretezza sotto porta, palesando l’evidente mancanza di un centravanti boa, caratteristica che la unisce al Cile che pure ha vinto ed ha giocato discretamente bene. Alla squadra del “Checho” Batista sarebbe servito come il pane un difensore come Walter Samuel che nonostante sia rimasto fermo ai box per quasi tutta la stagione avrebbe offerto senz’altro garanzie migliori rispetto alla coppia Burdisso-Gabriel Milito. Ma anche gente come il catanese Silvestre o i giovani Federico Fernàndez, neo acquisto del Napoli, Gabriel Mercado o Tobìo avrebbe potuto fare comodo. A centrocampo meritava un posto, almeno nella rosa Ricardo Alvarez, neo acquisto dell’Inter, mentre Juan Manuel Martinez nonostante sia da tempo il miglior giocatore del campionato argentino non poteva trovare spazio perché chiuso da un’infinità di stelle in attacco. Nel Brasile invece mancano all’appello in primis Leandro Damiào, attaccante pesante, soprattutto in termini di gol ma anche gente come il laziale Hernanes e la coppia Marcelo (mancino fluidificante)-Kakà del Real Madrid oltre a Casemiro (Sào Paulo) ed Oscar (Internacional di Porto Alegre ma cresciuto anche lui nel “Sanpa”) che sono stati lasciati all’under 20. Poi all’elenco si potrebbe aggiungere una serie infinita di nomi, vista l’abbondanza di grandi calciatori che continua a produrre il movimento brasiliano ma più di 23 non se ne possono convocare. In testa alla lista degli assenti per nota di cronaca ci possiamo mettere Ronaldinho, tornato quello dei tempi di Barcellona o quasi nelle ultime settimane in cui ha raggiunto la vetta dei cannonieri con il Flamengo ma che al momento delle convocazioni non era ancora sul pezzo, distratto dalle sue scorribande notturne. Al Cile invece sarebbe servito tantissimo Mauricio Pinilla, bomber del Palermo, visto che come vi avevo anticipato “El Chupete” Suazo che pure ha ottimi numeri in carriera non è più quello di una volta ed ha perdonato nella gara d’esordio più volte il portiere messicano Michel, tenendo con i suoi errori gli avversari in partita fino all’ultimo. Nella “Roja” di Borghi invece hanno fatto molto bene i due difensori Contreras e soprattutto Waldo Ponce, l’eccellente Arturo Vidal, uno dei pezzi pregiati di questo calcio mercato ed anche “Matigol” Fernàndez che ritrovato Borghi ha ritrovato anche quell’ispirazione che aveva smarrito da tempo. La Colombia ha vinto con il minimo sforzo ma è una nazionale che ha tutto per esplodere da un momento all’altro, specie se Falcào Garcia sarà quello visto quest’anno con il Porto; il Paraguay è una nazionale solida che arriverà almeno ai quarti ma che non produce troppo in attacco dove manca un rifinitore (forse poteva essere Gaona Lugo del Boca) di livello assoluto ed un cannoniere come il miglior Oscar Saturnino Cardozo visto che è stato lasciato a casa il promettente Federico Santander del Tolosa. L’Ecuador è una squadra solida ed organizzata ma non mi sembra affatto da podio, specie se Christian Noboa, il miglior uomo del centrocampo e non solo sarà quello visto nella gara d’esordio; l’Uruguay che oltre al solito Luìs Suàrez ha messo in mostra il “gioiellino” Lodeiro non la vedo oltre i quarti, nonostante il tridente delle meraviglie. Il Venezuela (eccellente il centrocampista Rincòn)mpuò regalare ancora qualche colpo di scena, così come il Perù che pur non avendo giocatori di grande livello a parte il fiorentino Vargas ed il centravanti Paolo Guerrero (che è stato il migliore contro la nazionale “Charrùa”) ha mostrato grande voglia ed un’applicazione tattica che il maestro Markariàn ha saputo dargli in breve tempo. La Bolivia credo sia un fuoco di paglia mentre Costarica che ha messo in mostra un bel portierino come Leonel Moreira e che deve mostrarci ancora la stellina “Joel” Campbell e Messico privo di tutte le sue stelle (“Chicharito” Hernàndez in testa) mi sembrano destinate ad una precoce eliminazione. Altre notizie - Editoriale
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