Paraguay in finale, Villar eroe nazionale. Ancora una volta è pareggio© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
LE FORMAZIONI - Non c'è Micu in avanti col Venezuela, ed è molto strano: si è parlato molto delle critiche a Chavez, uomo simbolo della nazione sudamericana, e chissà mai che sia arrivata una telefonata a Farias. La formazione vede Ronny Vega fra i pali, Rosales e l'ex Lecce Cichero a fare i terzini, con Perozo e Vizcarrondo al centro della difesa. Uomo chiave Arango, che si dispone sulla sinistra del centrocampo a quattro, con Gonzalez dall'altra parte. Di Giorgi e Lucena a formare la cerniera di centrocampo, Maldonado e Rondon in difesa. ATTACCHI TRISTI - Quando le difese sbagliano a salire, o lasciano troppo spazio agli attaccanti, parliamo di difese allegre. Stavolta sono gli interpreti offensivi a non funzionare: prima è Rondon a non riuscire a servire sulla corsa Maldonado, poi è Valdez - in un uno contro zero - che si allarga troppo e non riesce a leggere il movimento, sul secondo palo, di Barrios. Se gli avanti sono tutt'altro che irreprensibili, lo stesso si può dire per la retroguardia Venezuelana: sugli sviluppi di un calcio di punizione Vizcarrondo e Perozo credono d'essere al Madame Tussauds. Non così Ronny Vega, che si tuffa con stile improbabile ma efficace ed evita il gol sul colpo di testa di Veron. I ritmi sono da amichevole estiva, se non fosse che siamo a Mendoza, si sta giocando la Copa America e ci sono zero gradi. Un po' come i tiri in porta, che continuano a scarseggiare da una parte e dall'altra. SERVE LA SVEGLIA - Sia a noi che alla partita, perché la gara è bloccata ad esclusione di alcuni calci piazzati. E proprio su uno di questi si gonfia la rete del Paraguay: il solito Vizcarrondo, in area, insacca portando in vantaggio il Venezuela. Ma la rete è da annullare per la posizione di Rondon, in fuorigioco sul colpo di testa del granitico difensore sudamericano. Parlavamo di sveglia e arriva al minuto 43: Moreno batte il proprio avversario sul tempo e indirizza verso la porta di Villar: il portiere biancorosso è battuto, ma la traversa dice di no. Sul rimpallo Rondon impegna i guantoni dell'estremo difensore che riesce a sventare la minaccia. NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO - Il secondo tempo si apre con una fagiolata in area, con Vizcarrondo più marcato di Diego Maradona ai mondiali dell'82. Il difensore, con le sue scorribande piratesche, mette sempre una certa apprensione. Anche alla propria difesa, come al settimo minuto, quando la sua lentezza - mista a quella di Vega - lascia Valdez con la possibilità di colpire da posizione defilata. Lo stile, come sempre, è un po' grezzo, ma il portiere venezuelano riesce a sbrogliare anche questa. Azione molto simile dall'altra parte, dove Gonzalez colpisce in pieno Villar da pochi passi. Le occasioni fioccano, come neve in pieno Sahara, e anche per questo si ha la sensazione che il gioco possa essere sbloccato solo con un calcio da fermo. ESTIGARRIBIA E MICU - Partita sonnecchiante, almeno fino ai primi cambi. Estigarribia, vero assente di giornata - ma per un infortunio - entra al posto di un buon Barreto, mentre Micu sa di mossa tattica per contrastare il cambio, importante, del proprio rivale. A uscire è Moreno, capace di colpire la traversa nel primo tempo. Il canovaccio è comunque quello tenuto fino al settantesimo, senza grandi differenze o oppurtunità. Almeno fino al primo tempo supplementare, che incomincia in maniera thriller, stile Germania-Italia dei mondiali 2006: Maldonado - in collaborazione con Miku - prima colpisce il palo della porta di Villar, poi è Arango a far tremare il legno direttamente su punizione. I Vinotinto sono padroni del gioco e della sfera, l'albirroja soffre ma non capitola, come contro il Brasile. Santana viene anche espulso, ma non c'è abbastanza tempo. TRIPLICE FISCHIO - Villar è ancora eroe nazionale, dopo avere ipnotizzato gli avanti brasiliani mette in crisi Lucena, che non può fare altro che tirargli addosso. La favola Venezuela s'infrange sul quinto Paraguay di queste prime 5 partite, con El Tata Martino che ha schierato anche quest'oggi una formazione votata solamente alla difesa, infoltendo molto il centrocampo. Difficile pensare che i biancorossi possano diventare campioni senza aver quasi mai vinto. E' il fascino della Copa America, che vedrà in campo una formazione di talento come l'Uruguay contro una decisamente meno divertente e più fortunata. Peccato per il Venezuela, avrebbe mertiato sicuramente di giocarsi il trofeo. Altre notizie - Cronache
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Muslera 6,5: Nel primo tempo non è mai chiamato in causa. Nella ripresa compie un miracolo su Valdez.
M. Pereira 6 : Meno devastante del solito sulla fascia.
Lugano 7: Sempre puntuale nelle chiusure. Quando va a...
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